lunedì 21 maggio 2007

Per modo di dire... (Thilini Perera)

LINGUA ITALIANA
Per modo di dire...
C’era una volta una ragazza di nome Giovanna, tutti quelli che la conoscevano dicevano che era un pezzo di pane, tanto era buona. Ma la giovane era orfana e viveva con suo zio che era sempre al verde perchè non aveva un lavora e mandava Giovanna a lavorare per lui.
La povera ragazza si alzava alle quattro tutte le mattine per andare a lavorare, perche lei e suo zio abitavano fuori mano nella campagna molto profonda e ci metteva due ore a raggiungere la città. Lavorava giorno e notte, come un mulo, ma suo zio era un uomo molto ingrato e non apprezzava il contributo che lei dava per la casa. Lui cercava sempre il pelo nell’uovo e trattava la ragazza a pesci in faccia. Giovanna era molto buona e gentile con lui e cercava di piacergli, ma non serviva a niente, era come fare un buco nell’ acqua. Tutte le sere alzava il gomito con gli amici e veniva a casa molto tardi. Aveva sempre un diavolo per capello, e diceva a Giovanna che era una palla al piede per lui. La ragazza si sentiva molto triste e piangeva tutte le sere. Passava tante notti in bianco e non vedeva l’ora di andarsene da casa di suo zio.
C’era una donna anziana in città, vicino a dove lavorava. Qualche volta Giovanna andava da lei per darle una mano, e lei diceva sempre a Giovanna che avrebbe dovuto lasciare la casa dello zio e venire a vivere con lei. La ragazza era indecisa, non sapeva che pesci pigliare. Ma un giorno ha deciso di lasciare la casa dello zio per andare a vivere con l’anziana signora.
Dopo qualche giorno che Giovanna aveva lasciato lo zio, lui ha cominciato a dare i numeri. Non sapeva cosa fare perchè non aveva i soldi per comperare da bere e non aveva nessuno che cucinasse per lui. Veniva tutte le sere a casa dell’ anziana signora a mettere i bastoni fra le ruote a Giovanna e a dirle quanto ingrata era per averlo lasciato da solo. La ragazza si sentiva in colpa, ma la Signora era una persona molto diretta, non aveva peli sulla lingua e diceva allo zio che era un ubriacone e un zio molto irresposabile.
La ragazza era felice con la signora, ma lei aveva vissuto in campagna per tutta la vita e la città era un posto nuovo per lei. Si sentiva un pesce fuor d’acqua. La Signora faceva tutto quello che poteva per farla sentire a suo agio.
Dopo qualche mese di duro lavoro Giovanna e la vecchia Signora non avevano più bisogno di soldi. Erano a cavallo e vivevano una vita felice mentre lo zio della ragazza aveva talmente tanti debiti da mettersi le mani nei capelli.
Lui aveva un cervello di gallina, perciò non peteva neanche trovarsi un lavoro.
Un giorno quando la ragazza era al mercato, ha conosciuto un giovane mercante di nome Ettore che aveva perso la testa per lei a prima vista. Era stato subito amore, e i due volevano sposarsi ma la vecchia Signora aveva l’abitudine di fare di ogni erba un fascio e pensava che Ettore fosse come tanti altri giovani malintenzionati. Non si fidava perciò di lui e non voleva che lei lo frequentasse, ma Ettore non ha gettato la spugna ed è andato alla casa della Signora a chieder la mano di Giovanna.
Dopo un po’ di insistenza la Signora si è convinta che Ettore era un ragazzo per bene e alla mano e che amava davvero Giovanna. Alla finr, i due giovani si sono sposati e hanno vissuto felici e contenti per sempre.
(Thilini Perera)

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