giovedì 29 maggio 2008

Editoriale: Un altro anno è finito (Grade 11)


Editoriale

Un altro anno scolastico è finito!


In attesa della pubblicazione della grande “LANGUAGE MAGAZINE” , che comprenderà testi in tutte le lingue, noi studenti del corso “Italian B” della 11 abbiamo deciso di portare comunque avanti la tradizione del giornale di fine anno “Leggimi” (tradizione a dire il vero piuttosto recente), dedicato interamente all’italiano per stranieri dell’IB.

Qualcuno si chiederà: “Perchè?” Bhè, la risposta è semplice: ci piace vedere concretizzato il lavoro di un intero anno scolastico in una cosa “tutta nostra”, e soprattutto è stato per noi un grande aiuto scrivere i nostri testi sapendo che avremmo avuto (forse) dei “veri lettori” a leggerci e non solo una prof con la penna rossa in mano.

Come prevede il programma, abbiamo studiato vari tipi di testo e conosciuto certi aspetti della cultura italiana come le canzoni, il cinema e altro... Anche quest’anno abbiamo “stressato” alcuni prof per un’intervista. Cogliamo l’occasione per ringraziarli ancora una volta per la loro grande disponibilità e per la sincerità con cui hanno risposto alle nostre domande.

Chiudiamo così un anno scolastico che ci ha regalato momenti belli e momenti meno belli. Tra quelli belli, ci piace ricordare l’”Inernational Day”, che ci ha permesso di conoscere più da vicino la cultura di numerosi paesi, il “Party Black & White”, che ci ha dato la possibilità di condividere un bel momento di festa e lo spettacolo teatrale “Ulysses on the road”, un grande successo apprezzato da grandi e piccoli e frutto di un lavoro durato mesi che ha coinvolto quasi tutti gli studenti delle classi 10A, 10B e 11 nella preparazione di scenografie, sceneggiatura, balletti canzoni e tanto altro... BRAVI!!!

Come nota dolente finale, ci dispiace veramente dover salutare alcuni bravi insegnanti che ci lasceranno alla fine dell’anno scolastico e dei quali sentiremo la mancanza.

BUONE VACANZE A TUTTI!!!!

LA REDAZIONE 2008

mercoledì 28 maggio 2008

Ulysses... Let’s get this road on the show! (Yohai N.)

Erano le 19: 55 e la maggior parte degli spettatori aveva già preso posto vicino al palcoscenico per vedere filgli/nipoti/amici/fidanzati/sposi nella produzione teatrale intitolata “Ulysses...On the road”, ispirata al poema epico “Odissea” di Omero. La storia parla di un giovane adolescente (Giacomo Rado) che, arrabbiato con i genitori (Martina Decò e Alex O’Connor), lascia la sua casa e fa un viaggio tra varie esperienze in cerca della felicità, guidato dalle sagge parole di Odisseo (Tommaso Covella).

Ulisse torna a casa accolto dai rimproveri dalla mamma arrabbiata perché ha fatto tardi. Esce di casa sbuffando, e trova gli amici. Vanno in discoteca e Ulisse non trova la felicità nella droga o nell’alcool. Dopo vanno in un’altra discoteca... ma in tutti questi luoghi Ulisse non trova la felicità (sorprendentemente…). Il viaggio continua e Ulisse partecipa alla trasmissione televisiva “Il Bivio”, dove scopriamo che Ulisse è un eroe perché ha aiutato un’amica a uscire dal tunnel dell’anoressia. Il nostro Ulisse accompagna poi gli amici ai provini per “Il grande fratello” e viene selezionato suo malgrado, ma dopo un po’ decide di abbandonare il gioco autonominandosi: neanche qui ha trovato la tanto ricercata felicità. La trama si conclude con Ulisse che finalmente ritrova Penelope (momento sottolineato da un grande Awwwww degli spettatori, e soprattutto del “crew backstage”) e si rende conto di quanto importante è la sua famiglia: il messaggio sarebbe che uno deve cercare la felicità in quello che è vicino a lui , o qualcosa del genere…

Lo spettacolo comprendeva non solo recitazione, ma anche canzoni e balletti. La sceneggiatura e la realizzazione è stata tutta opera degli studenti delle classi 10 e 11, come progetto di CAS. Hanno lavorato durante la maggior parte dell’anno scolastico, e probabilmente vi siete accorti delle prove di canto, visto che era impossibile concentrarsi durante le due ultime ore il venerdì. Le luci e l’audio erano molto ben fatti, e per un gruppo d’allievi non professionisti, lo spettacolo è stato davvero uno ‘show’ eccezionale.

(Yohai Nitzani)

Un amico prezioso (Tina Spitzley)



Ogni volta che lo guardavo i suoi luminosi occhi marroni, mi rispondevano sorridendo. Uno sguardo indimenticabile, che illuminava il buio che si nascondeva nel mio cuore.
Era sempre molto vivace ed attento e i suoi orecchi erano alzati verso il cielo. Sull’orecchio destro aveva un piccolo taglio che lo rendeva unico. Non si vedeva subito... Mi incantavo a guardarlo. Non era un cane normale! Il suo bianco e morbido pelo copriva il calore del suo corpo, che si sentiva solo con un abbraccio intenso che trasmetteva un senso di sicurezza.
Aveva un corpo molto muscoloso e atletico ma al tempo stesso anche elegante. Quando correva per prendere la sua palla, il suo gioco preferito, ogni muscolo era teso. Era una gioia guardarlo!
So che era un cane però posso giurare che aveva un sorriso da un orecchio all’altro, un sorriso sincero, ogni volta che trovava la sua palla. Era felice come un bambino che ha appena ricevuto un regalo.
Era anche molto intelligente. Apriva porte e armadietti. Mi ricordo, una volta aveva tanta voglia di un ‘piccolo’ snack. Sapeva esattamente dove avevamo nascosto i suoi biscottini. Erano in un armadietto nella nostra cucina. Credevamo che sarebbe stato impossibile aprirlo per un cane. Grande errore! Quando siamo tornati a casa da scuola abbiamo trovato il nostro cane in cucina con una pancia che somigliava a quella di un sumo-wrestler. Tutti i biscottini erano spariti. Davvero! Non ci credevo!!. Però non ho mai visto uno sguardo cosi innocente...
Adesso tutto ciò che mi rimane sono i miei bellissimi ricordi di lui. Non lo dimenticherò mai!!
(Tina Spitzley)

martedì 27 maggio 2008

L'incanto della natura (Vince Marcantonio)



Recentemente ho fatto un’escursione di tre giorni nella “Sierra Mountains”, in California. E’ stata un’esperienza incredibile!
Il primo giorno sono salito, camminando sul sentiero ripido, in mezzo agli alberi alti e agli animali. Ho camminato tutto il giorno e non mi sono stancato neanche un po’ grazie a quello splendido panorama che mi accompagnava. L’aria era fresca e pulita: respiravo bene a quell’altezza.
Per tre giorni il cielo è rimasto sempre senza nuvole e di colore blu chiaro. Quando il sole tramontava, il cielo si dipingeva di arancione e blu scuro. Non ho mai visto qualcosa di più rilassante!
La sera, ho ascoltato la natura notturna: i piccoli insetti che cantavano e il rumore calmo di un piccolo ruscello. Neanche i bambini dormono così bene!
La mattina dopo mi sono svegliato presto per vedere il sole alzarsi nel cielo. In quel momento ho capito davvero cos’è la bellezza della natura! Per tutto il resto del giorno ho camminato circondato dal verde e accompagnato dal suono degli insetti. C’era un piacevole venticello che scioglieva il sudore quando mi fermavo per bere.
Mi aspettava il prossimo ostacolo: una ripida salita su un lato della montagna. Dall’alto, gli alberi enormi sembravano piccoli punti di verde. Sono arrivato all’altezza degli uccelli! Dopo un lungo tratto di salita, ho deciso di fermarmi a dormire. Solo il mattino dopo, alla luce del sole, ho scoperto che ero arrivato in cima alla montagna! Ho guardato giù, per vedere il paesaggio: il verde scuro degli alberi in miniatura si alternava al riflesso dorato della roccia illuminata dal sole. Ho osservato tutto questo per un’ora intera!
Poi ho cominciato la discesa. Sono andato giù percorrendo la stessa strada che avevo percorso all’andata, ma il paesaggio mi appariva diverso ancora: era una nuova avventura, nuovi alberi, nuovi animali, un cielo diverso, tutto! Ad ogni sguardo qualcosa di nuovo mi veniva offerto, e mi è piaciuto tutto!
Ho dormito sotto gli alberi che mi hanno offerto la loro ombra.
Quando ho terminato la mia discesa ho guardato in su, nel punto più alto: da laggiù mi sembrava lontanissimo! Mi mancavano l’aria fresca e il panorama stupendo, mi mancava tutto! Ho pensato che un giorno sicuramente sarei ritornato per ritrovare quel contatto con una natura straordinaria.
(Vince Marcantonio)

Anche gli insegnanti sono umani! (Grade 11)



Anche gli insegnanti sono umani!

In un mondo lontano dal nostro esistono delle creature ben conosciute da noi studenti. La nostra vita é segnata dalla loro presenza, e anche quando non li vediamo sappiamo che sono nei dintorni. Siamo convinti di conoscerli bene, ma in realtà si può dire di sapere abbastanza per giudicarli? Noi studenti del corso “Italiano B” della 11 abbiamo esplorato il lato nascosto della loro esistenza cercando di rispondere alla domanda: “Ma hanno una vita?”. Abbiamo fatto un’intervista a sei insegnanti che ci hanno dato delle risposte interessanti. É vero, anche gli insegnanti sono umani!

Qual è l’aspetto più difficile del

suo lavoro?


Prof.ssa Córdoba

Beh, ci sono tante cose complicate nella vita, ma insegnando trovo molto difficile motivare gli studenti e far sì che abbiano un’iniziativa. Ah! Un’altra cosa… conciliare la vita personale con il lavoro, soprattutto quando si vogliono fare le cose fatte bene.

Prof. Franklin:

Beh... l’aspetto più difficile del mio lavoro è spiegare ai miei alunni concetti matematici complessi, e fare in modo che li capiscano bene.

Prof.ssa Hallihan:

Motivare gli studenti a lavorare. Ovviamente, essendo adolescenti, gli studenti vogliono fare qualsiasi cosa che non sia il lavoro, e devono essere costantemente motivati. Diventa faticoso dopo un po', soprattutto perché si sa che c’è tanto lavoro da fare, e che non si potrà farlo all’ultimo momento.

Prof.ssa Stringer:

L’aspetto che trovo più difficile del mio lavoro, è portare i libri a scuola in bicicletta. Anche stamattina sono caduti!

Prof.ssa Tessaro:

Cercare di far capire agli studenti che lo studio non è qualcosa di arido, un semplice immagazzinare di informazioni, ma un motivo di crescita personale che arricchisce lo studente e lo fa crescere dal punto di vista anche umano.

Prof.ssa Zampieri

La cosa più difficile in assoluto per me è motivare gli studenti. Io non riesco a lavorare se mi accorgo che i ragazzi non sono interessati... se vedo uno studente che sbuffa durante una mia lezione mi metto subito in discussione e mi chiedo dove ho sbagliato.

Quali sono le cose che le danno più soddisfazioni?

Prof.ssa Córdoba

Spero che tutti sappiano che io sono un’insegnante di Spagnolo. Quindi, sono contenta quando uno studente riesce ad esprimersi in un corretto spagnolo e quando tutti collaborano fra di loro in varie attività.
Provo un senso di sollievo alla fine dell’anno scolastico!

Prof. Franklin:

E’ facile dirlo... quando riesco a spiegare ai miei alunni le formule più complesse della matematica.

Prof.ssa Hallihan:

Quando uno studente lavora veramente, e produce un lavoro di alta qualità.

Prof.ssa Stringer:

Mi piace lavorare con gli studenti

Prof.ssa Tessaro:

Quando vedo che gli studenti sono interessati e incuriositi dalla materia e hanno voglia di approfondire le loro conoscenze.

Prof.ssa Zampieri

Mi ricollego alla risposta precedente: mi dà un’enorme soddisfazione vedere che il mio sforzo viene ripagato con un coinvolgimento da parte degli studenti. Uno studente di francese, in occasione dell’ultima uscita a teatro mi ha detto: “Grazie prof, per averci portati a teatro!”... mi ha fatto molto piacere sentirmi dire questo. E poi, ovviamente, i risultati ottenuti

Come dovrebbe essere lo studente ideale secondo lei?

Prof.ssa Córdoba

Uhmn... lo studente ideale... pensiamo un po’... Secondo me, uno sveglio, capace di cogliere le occasioni importanti. Anche il senso dell’umorismo è una qualità importante, essenziale nella vita.

Prof. Franklin:

Lo studente ideale per me dovrebbe avere queste qualità:

diligente

entusiasta

coscienzioso

grande lavoratore

appassionato di matematica

Prof.ssa Hallihan:

Lo studente ideale lavora seriamente e gioca seriamente. Tutto quello che fa lo fa nella maniera giusta, nel senso che... quando lo studente è a scuola lavora e si impegna, ma allo stesso tempo lo studente è una persona che ha degli hobby, degli interessi e degli amici. E’ anche una persona matura, che si integra con i compagni ma che sa anche collaborare con gli insegnanti.

La faccio una domanda che non ho nella mia lista: Lei pensa che sia possibile avere tutte queste qualità?

Prof.ssa Hallihan:

Certamente, certamente, sì. Non c’è dubbio. È “ganzo”non fare niente. Gli studenti sono troppo preoccupati di quello che pensano gli altri, per alzarsi e fare quello che sanno che è più importante e meglio per loro.

Prof.ssa Stringer:

Secondo me, uno studente ideale deve essere entusiasta, motivato, capace di pensare creativamente.

Prof.ssa Tessaro:

Lo studente ideale dovrebbe essere (non in ordine di importanza):

interessato

educato

responsabile

partecipe

attivo

Prof.ssa Zampieri

Lo studente ideale è lo studente interessato, che ha voglia di imparare e che vede l’insegnante come qualcuno che ha qualcosa da offrirgli e non come qualcuno che gli complica la vita e che lo annoia.

Se non fosse un insegnante, che cosa le piacerebbe essere?

Prof.ssa Córdoba

Ha ha.. avevo varie cose che mi sarebbe piaciuto fare da grande. Ad esempio, sognavo di diventare un architetto dato che sono appassionata al “design”. Magari anche una cantante, io adoro cantare! Mi sarebbe piaciuto far parte delle Nazioni Unite, perchè provo benessere quando aiuto le persone.

Prof. Franklin:

Mah... non saprei. Mi sarebbe piaciuto rapinare una banca, perchè è il modo più facile per fare soldi!! Scherzi a parte... non posso rispondere seriamente a questa domanda perchè la matematica è una passione per me... veramente, non saprei.

Prof.ssa Hallihan:

Hmm (pensa)… penso che mi piacerebbe essere una giornalista. Una giornalista che scrive sull’attualità.

Prof.ssa Stringer:

Mi piacerebbe diventare una regista!

Prof.ssa Tessaro:

Insegnare è la cosa che mi piace di più. In alternativa mi piacerebbe essere una ricercatrice universitaria, un’antropologa oppure un medico.

Prof.ssa Zampieri

So cosa sarei probabilmente se non avessi iniziato ad insegnare: lavorerei nel campo del turismo, visto che avevo intrapreso anche quel percorso. Ma non so se è quello che mi piacerebbe... forse sì perchè mi permetterebbe di fare due cose che adoro: viaggiare e parlare molte lingue.

Che tipo di studente era?

Prof.ssa Córdoba

Allora, una volta ero molto pigra, sognante e timida. In poche parole ero molto idealista. Ero una studentessa normale a scuola e mi piaceva essere creativa.

Prof. Franklin:

Lo studente perfetto, quasi sempre... solo a volte qualcosina meno di perfetto.

Prof.ssa Hallihan:

E’ passato tanto tempo, quasi non mi ricordo! (ride un po’).

Mah, questa non è una scusa!

Ms. Hallihan:

Ah, beh, ricordo che mi è piaciuta molto la scuola elementare, quei tempi erano belli. La scuola secondaria è passata velocemente. Non dovevo lavorare impegnandomi molto, e allora lavoravo sulle cose che mi piacevano e sopravvivevo nelle materie che non mi piacevano. Ma tutto il sistema era differente a quei tempi, tutto si focalizzava sui compiti.

Sì, ma i giorni eli liceo, quando aveva la mia età (sui 16 anni)?

Ms. Hallihan:

Non ricordo. Andava tutto bene. Ho fatto quello che dovevo fare, e… basta.

Prof.ssa Stringer:

Devo ammettere che ero una secchiona!

Prof.ssa Tessaro:

Molto diligente, studiavo con cura e mi piaceva fare tutto bene.

Quindi era una secchiona?!!

Prof.ssa Tessaro:

Un po’ sì, ma una secchiona simpatica.

Prof.ssa Zampieri

Brava, direi... ricordo che volevo essere sempre seduta in primo banco per non perdere una parola delle spiegazioni dei professori. Certe materie mi piacevano molto, come l’italiano, il francese e la matematica. Altre le trovavo pesanti, come la storia o la geografia.

Qual è la cosa (animale, pianta, oggetto o altro) che più la rappresenta?

Prof.ssa Córdoba

Uhmn.. è molto difficile da definire in una parola... Più che una cosa direi un elemento, l’aria… Non so se mi rappresenta, ma è una cosa che mi piace, che secondo me simbolizza la libertà perchè esiste dappertutto, non viene mai afferrata da nessuno e può spostarsi da un posto all’altro. Io non voglio essere troppo “legata” per cui adoro l’aria.

Prof. Franklin:

Beh... questa è una risposta a cui dovrei pensare... ma se devo proprio rispondere velocemente il mio scooter mi rappresenta, perchè è molto alla moda e ha stile, come me.

Prof.ssa Hallihan:

Non c’è. Molte grazie, ma non sono un animale, pianta o oggetto! E non ho mai preso in considerazione una cosa del genere! (ride)

Prof.ssa Stringer:

Una quercia, perchè cerco sempre il sole.

Prof.ssa Tessaro:

Un libro interessante perchè la mia vita è sempre stata caratterizzata dalla presenza di libri, che rappresentano la mia passione per lo studio.

Prof.ssa Zampieri

Così su due piedi non saprei rispondere. Mi viene in mente il mio computer perchè è un oggetto che uso molto, ma non perchè mi rappresenti. Forse un po’ sì, perchè se lo accendi ci trovi un po’ tutto il mio mondo: le foto di mia figlia, i miei blog, le email ai miei amici, le mie poesie, gli mp3 delle canzoni che mi piacciono, le ricette, le piantine della mia casa con i progetti per l’arredamento, e naturalmente tutto ciò che riguarda il mio lavoro...

Qual è l’aspetto del suo carattere che preferisce?E quello che le piace meno?

Prof.ssa Córdoba

Il fatto che non provo mai angoscia di fronte alle sfide che sono molto creativa e curiosa di scoprire nuove cose, sono gli aspetti positivi della mia personalità. Non mi piace invece, quando non riesco a raggiungere i miei obiettivi. Perciò, ci sono delle volte in cui non riesco a realizzare le mie idee.

Prof. Franklin:

Mah... l’aspetto che preferisco è il mio ottimismo e la mia capacità di usare la logica. Quello che mi piace meno è il fatto di non riuscire ad imparare l’italiano (e le altre lingue) velocemente.

Prof.ssa Hallihan:

Direi che l’aspetto che mi piace è quello di essere leale con gli amici, e che quando comincio una cosa la finisco, penso...

E l’aspetto che mi piace di meno... direi che ce ne sono molti... ma se devo sceglierne uno è un po’ difficile… non lo so… suppongo il fatto che dovrei sfidare me stessa in direzioni che non ho ancora esplorato, dovrei fare nuove cose, e non dovrei avere paura di fare nuove cose. Dovrei osare di più…

Prof.ssa Stringer:

L’aspetto che mi piace di più è che sono un po’ eccentrica. L’aspetto che mi piace meno è che sono impaziente.

Prof.ssa Tessaro:

L’aspetto che mi piace è che sono paziente e riflessiva. Non mi piace invece la mia apprensione, a volte eccessiva, di fare tutto nel modo migliore.

Prof.ssa Zampieri

Quello che mi piace di più di me è che sono molto determinata e cerco sempre di arrivare fino in fondo alle cose che sto facendo, affrontando le difficoltà con caparbietà. Mi piacciono le sfide! Quello che non mi piace di me è che sono molto ansiosa e che spesso mi complico la vita con preoccupazioni inutili.

Per quale talento le piacerebbe diventare famoso?

Prof.ssa Córdoba

Uhmn...non sono sicura... ma la cosa certa è che adoro essere efficace ed aiutare le persone, per cui mi piacerebbe diventare famosa lavorando alle Nazioni Unite. Sarebbe bellissimo diventare un’ambasciatrice.

Prof. Franklin:

Per le mia abilità matematiche.

Prof.ssa Hallihan:

Diventando una giornalista famosa in tutto il mondo, penso (ride). Mi piacerebbe essere come Robert Fisk...

Prof.ssa Stringer:

Vorrei essere un’eccellente sceneggiatrice.

Prof.ssa Tessaro:

O per essere una mente illuminata oppure per la danza classica.

Prof.ssa Zampieri

Non lo so, forse mi piacerebbe essere una cantante, o meglio una cantautrice, perchè la musica è uno dei modi più efficaci per comunicare quello che si ha dentro. Oppure una scrittrice, per lo stesso motivo... vorrei aver qualcosa di bello da comunicare alla gente.

Quali sono i suoi interessi al di là del lavoro? Come passa il suo week end per esempio?

Prof.ssa Córdoba

Mah, la prima cosa che penso fuori dal lavoro è la mia famiglia. Durante i weekend vado in palestra o a fare un giro in bicicletta. Mi piace un sacco praticare varie attività sportive! Quando trovo del tempo libero mi metto anche a leggere dei libri.

Prof. Franklin:

Normalmente nel week-end vado in centro, faccio shopping, prendo un gelato o un caffé. Occasionalmente vado in qualche bar o discoteca o prendo uno spritz (ma non tutti i weekend !).

Prof.ssa Hallihan:

(Sussurra: correggo i test!!!)

Ehem... si... Mi piace incontrare gli amici e andare da qualche parte con loro, e mi piace scoprire nuove cose. Mi piace uscire dalla città, andare in montagna ecc. (sussurra: senza usare trasporti pubblici!)

Prof.ssa Stringer:

Mi piace lo Yoga.. e ascoltare musica italiana... strano, vero?

Prof.ssa Tessaro:

Incontrare gli amici, fare qualche gita fuori porta, soprattutto in questa stagione... al mare, in montagna. Oppure andare al cinema, a teatro, ma anche leggere un buon libro tranquilla a casa.

E cosa non le piace fare durante il weekend?

Prof. Tessaro:

Correggere i compiti dei miei studenti (ride)!

Prof.ssa Zampieri

Bhè, devo dire che ho la fortuna di fare una professione che è prima di tutto una mia passione, perciò dedico molto del mio tempo libero al lavoro. Sono appassionata di cultura francese e quindi passo molto tempo leggendo libri in francese (ma anche in italiano, ovviamente), o mi diverto a cercare informazioni in Internet, a guardare film, ascoltare musica…. E poi, ovviamente, stare con la mia famiglia, anche senza fare niente di speciale, tranquilli a casa, per dedicare un po’ di tempo a mia figlia (e a mio marito) in maniera rilassata.

Mi dica tre piccoli piaceri della vita.

Prof.ssa Córdoba

Sinceramente trovo difficile rispondere a questa domanda. Amo il cioccolato, non riesco a sopravvivere senza! Mi piace viaggiare e visitare varie parti del mondo. Sono molto felice quando mangio i piatti messicani!! Oh, quanto sono buoni!!!

Prof. Franklin:

Tre cose...

gelato

i vestiti belli e alla moda

il bel tempo.

Le piace vivere in Italia?Perchè?

Mr. Franklin:

Sì, molto!!! Perchè qui la vita è molto rilassante!

Prof.ssa Hallihan:

Penso... le piccole, belle, inaspettate cose che succedono. Mi piace anche la buona compagnia, e una buona atmosfera.

Prof.ssa Stringer:

Il sole di mattina presto, atti di simpatia e le parole delle canzoni di ‘Simon e Garfunkel’

Prof.ssa Tessaro:

Alzarmi la mattina con una bella giornata di sole.

Guardare un bel paesaggio, un tramonto al mare, un panorama in montagna, un cielo stellato.

Ricevere una lettera inaspettata da un amico o da un’amica.

Prof.ssa Zampieri

Un aperitivo con le patatine (adoro le patatine, è una delle poche cose da mangiare a cui non so resistere!).

Leggere un libro in spiaggia, con il rumore del mare in sottofondo, possibilmente quando non c’è nessuno, la mattina presto oppure al tramonto.

Un bel bagno in una vasca piena di schiuma.

Ne ho anche un quarto... quando mi arriva il pacco di un ordine di libri e dvd fatto in Internet... che gioia tutti quei libri nuovi ancora profumati di stampa e quei dvd ancora con il cellophan!

(Sameer A., Vince M., Saeko M., Yohai N., Tina S.)


E.I.S.P. SPETTEGULESSS!!! (Yohai Nitzani)

Notizie brevi (piu’ o meno vere) sui piccoli fatti

della nostra scuola...

Divertitevi a scoprire dove sta la verita’!

Questa settimana, c’è stato un cambiamento di orario per tutte le classi. Tutti gli studenti faranno la ricreazione alla fine della seconda ora e non più alla fine della terza. La pausa pranzo sarà diversa per medie e superiori, e questo eviterà la folla in mensa.

Sembra che Mr. Franklin, che con i colleghi italiani non spiccica una parola nella loro lingua, si diverta invece ad impartire le sue lezioni intercalando “Ma daaai!!” o altre esclamazioni del genere in lingua italiana.

Giovedì scorso Mr. Church (l’insegnante di religione?), è entrato in aula dicendo: “Oggi non si fa lezione, vi devo raccontare qualcosa di importante.” Tutti gli studenti si sono stupiti, perchè era la prima volta che Mr. Church rinunciava alla sua lezione.

Ms. Bampfield, come molti sanno, ha lasciato la scuola. Ma la causa di questa scelta non è stata scoperta...fino a venerdì sera, quando uno studente della 8 A, passando per caso vicino all’aula insegnanti, ha sentito che la prof in questione era stata arrestata per aver messo sostanze illegali nella macchina del caffè.

Mr. Suttonwood sta studiando con grande impegno per ottenere la laurea in “Lingua e letteratura veneta”, per la quale sembra essere molto portato. Provare per credere! Chiedetegli cosa vuol dire“piron”, “scoassa”, “imboressarse” o altro… ma soprattutto, chiedetegli di parlarvi in dialetto… vi stupirà!

Durante la prima parte dell’anno, dopo un incidente stradale, Ms. Geee ha trovato il moroso e se n’è andata in America. Mancherà a tanti (ma forse a qualcuno no…).

Mr. Walters è l’insegnante di informatica. La settimana scorsa, ha installato un programma che gli permette di sorvegliare tutti i computer della scuola dal suo computer. Questo vuol dire, che se tu guardi un video su “YouTube”, lo potrà vedere anche lui. Se stai guardando Facebook, lui vedrà chi è tuo “Friend”... STATE ATTENTI!!

Mr. Franklin ha annunciato che il 29 maggio 2008 comprerà uno nuovo motorino ancora più sexy di quello che ha ora. É una Yamaha U-SUK257 di seconda mano, che acquisterà dall’ex-allievo Jukka Wahlroos, che è tornato in Finlandia

Martedì scorso, Mr. Daily ha chiesto alla prof.ssa Zampieri se vorrà essere la “CAS coordinator” per i quattro prossimi anni, perchè Ms. Cordoba si trasferisce alle Isole Canarie per insegnare dal prossimo anno. Ms. Zampieri ha risposto: “No, grazie!”.

Sabato scorso, alle 9, 00 Mr. Daily è stato visto mentre mangiava un gelato a Piazza delle Erbe.

La prof. Tessaro invece è stata vista passeggiare per le vie del centro con un giovane prestante dai capelli ricci. Non vive di soli libri… per fortuna!!

martedì 20 maggio 2008

Recensione: Ma John Frusciante, non è tornato nel gruppo? (Yohai N.)



Genere

Drammatico

Anno

1996

Con

Stefano Accorsi, Violante Placido, Athina Cenci, Ivano Marescotti.


A momenti carino, ma a volte noioso e banale, il film “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, tratto dall’omonimo celebre libro di Enrico Brizzi è la storia di un “tardoadolescente” innamorato.

Il nostro protgonista, il “Vecchio Alex” (Stefano Accorsi) abita nella Bologna dei nostri tempi. E’ innamorato di una ragazza, Aidi (Violante Placido) che partirà per l’America alla fine della storia. Alex è molto triste per la decisione di Aidi di partire e il film si focalizza sulla relazione tra loro due.

Il linguaggio è facile da capire (l’accento bolognese un po’ meno). La struttura e gli aspetti tecnici e artistici non attirano troppo l’attenzione ma non sono male.

La storia dei due protagonisti è carina, due innamorati che non stanno esattamente insieme per paura di innamorarsi troppo, vista l’imminente partenza di Aidi. Ma il film è questo, e non molto di più...

Succede altro: scene con gli amici in discoteca, la vita quotidiana a scuola, un suicidio, ma molte delle scene sembrano fatte solo per far passare il tempo. Questo è frustrante: la storia in sè avrebbe potuto essere ben più corta! Non c’è un antagonista, non c’è una vera fine. Il finale aperto è deludente, fa pensare che l’autore del libro da cui è tratto il film non sapesse più cosa scrivere. Il personaggio di Alex nel film è diverso da quello del libro, e per finire, Violante Placido nel ruolo di Aidi lascia perplessi... bella in una scena, un po’ meno nella scena successiva.

A coloro che hanno amato il libro piacerà anche il film. Quelli che hanno trovato il libro una perdita di tempo (come tanti lettori sopra i 23 anni), guarderanno il film solo per vedere se è migliore del libro. Nella sala cinematografica troverete anche persone arrabbiate che si aspettavano di vedere un film che avesse a che fare con il gruppo dei Red Hot Chili Peppers, visto che il titolo cita il nome del cantante... ma che dopo tre minuti avranno capito di essersi sbagliati.

Insomma, un film carino che però non vale la spesa del biglietto per vederlo sul grande schermo.

Per chi non lo sapesse... il cantante John Frusciante è tornato nel gruppo. Potrebbe essere il titolo del seguito di questo film.

(Yohai Nitzani)

lunedì 19 maggio 2008

Lettera aperta... al "Vecchio Alex" (Yohai N.)

Lettera aperta al protagonista del romanzo "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" (1995), di Enrico Brizzi.

Caro Vecchio Alex,
ho letto la tua storia e devo dire che l’ho trovata abbastanza interessante. Molti giovani si identificano in te e pensano di trovarsi in situazioni simili alle tue. Tuttavia, anche se io penso che la tua storia sia molto realistica, non ritengo che dia una risposta a tutti quegli sciocchi che pensano che “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” sia un’opera d’arte e che perciò abbia qualcosa da insegnare ai tuoi coetanei. E’ un po’ come fare una visita da uno psicologo muto, che ti capisce ma non ti dà nessun consiglio.
Mi è piaciuta la tua relazione con Aidi, il fatto che eravate insieme senza “stare insieme”. Le tue descrizioni sono molto romantiche, e anche se non vi baciavate eravate contentissimi. Lei ti capiva e tu eri sicuro che Aidi fosse diversa da tutte le altre e che lei ti avrebbe aiutato ad uscire dal “libro”che ti imprigionava.
Ma nonostante questo rapporto speciale, tu sei un bastardo... te ne vai in Inghilterra e te la fai con una giapponese e con una bionda, e poi ti incazzi pure quando un altro ragazzo ci prova con Aidi!!
Ma che tipo di persona sei?? Non fai altro che riflettere... la tua storia è una grande riflessione su una vita che non vivi, perchè invece di vivere pensi. Le persone di solito si concentrano su come si sentono nel presente e non come si sentivano in passato e come si sentiranno in futuro. Per questo, penso che il tuo “Archivio magnetico” (il diario delle tue mille riflessioni) meriterebbe di essere bruciato e che presto nessuno si ricorderà dell’esistenza del “vecchio Alex”.
Eri bravo a scuola. Perchè non ti sei mantenuto così? Solo per qualche libro che hai letto devi decidere di cambiare il tuo atteggiamento verso la vita? Forse la scuola non ti piace, però devi pensare anche alle conseguenze delle tue azioni. Uno che segue la tua strada che prospettive ha? Ritrovarsi in futuro a chiedersi: “Perchè sono qui? Forse se mi fossi impegnato un po’ di più a scuola la mia vita sarebbe stata diversa...”. Forse pensi che la vita sia lunga, sdraiato sul divano in boxer, con la coca cola in mano e le cuffie sulle orecchie. Non sei nè pronto nè disposto a pianificare niente, sei un passeggero del treno della tua vita quando potresti essere il macchinista.
Martino ti ha mandato una lettera in cui esprimeva la sua stanchezza di vivere e la sua intenzione di uccidersi. Perchè non sei corso ad aiutarlo? Se avessi pensato un pochino, forse non saresti dovuto andare a cambiare i fiori sulla sua lapide e dedicare canzoni che non hai scritto ad un amico che non c’è più!
Se davvero tanti adolescenti si identificano in te, significa che noi giovani siamo un gruppo di cretini. Non so gli altri, ma io la risposta su come smettere di essere cretino non l’ho trovata nella tua storia.
Comunque... mi piacciono i tuoi gusti musicali!
Con affetto,
Yohai

Recensione: Ladri di saponette (SaekoM., Sameer A.)


Regista

Maurizio Nichetti

Genere

Commedia

Anno

1989

Con

Maurizio Nichetti, Renato Scarpa, Lella Costa, Ernesto Calindri, Caterina Sylos Labini.

Divertentissimo, con una storia che fa riflettere sull’invadenza della pubblicità che troppo spesso interrompe i programmi televisivi, “Ladri di saponette” diretto da Maurizio Nichetti, è un film composto da tre storie: due a colori (ambientate in uno studio televisivo e nell’appartamento di una famiglia italiana) e una in bianco e nero, che è ambientata nell’Italia dell’immediato dopoguerra.

La vicenda inizia in uno studio televisivo dove il regista Maurizio Nichetti è invitato da un critico cinematografico a parlare del suo ultimo film “Ladri di saponette”. Ma la proiezione del film in TV viene continuamente interrotta dalle pubblicità, rovinando, secondo il regista, l’effetto drammatico della storia.

Allo stesso momento, ci troviamo nell’appartamento di una famiglia italiana, composta dai genitori e due bambini, tutti davanti alla tv: il papà legge il giornale, la mamma si occupa di varie faccende, il bambino grande gioca e la piccola osserva la televisione. Dopo un po’ di zapping, decidono di fermarsi sul canale dove trasmettono il film di Nichetti, il quale narra di una famiglia italiana dell’immediato dopoguerra che vive nella povertà assoluta con conseguente mancanza di cibo. Il padre è disoccupato e la madre è un’aspirante cantante. I litigi tra marito e moglie sono quindi inevitabili e frequenti. Il titolo “Ladri di saponette” è una citazione del famoso film neo-realista di Vittorio de Sica (1948), di cui vengono ripresi il tema e certi aspetti della storia.

In un crescendo di interruzioni pubblicitarie, succede che Bruno, il bambino del film neorealista, comincia a guardare oltre lo schermo e senza accorgersene viene influenzato dai comportamenti del bambino moderno e dalla pubblicità delle merendine.

Ad un tratto le pubblicità entrano nel film (interessante l’effetto della compresenza del bianco e nero del film con i colori della pubblicità) e i personaggi del film entrano nella pubblicità, creando così un caos che sconvolge la vera storia che da drammatica diventa divertente. Il regista del film, disperato per quello che sta succedendo, entra a sua volta nella storia e cerca di sistemare le cose, ma fallisce nel suo intento trovandosi imprigionato dentro la TV.

(Saeko Muramatsu e Sameer Ahmed)