mercoledì 12 maggio 2010

Testo ispirato al dipinto "Montmartre, rue Saint-Vincent" di Stanislas Lépine (Sabel F., classe 11)

Dopo una giornata lunga, sono tornata a casa. Il sole splendeva ancora nel cielo color celeste. C’erano anche delle nuvole bianco latte. Le case del villaggio sapevo che erano vecchie, ma solo in questo particolare giorno mi ero accorto delle crepe profonde sui muri, o del loro colore sfumato. Le finestre erano rotte senza vetri, anche se con il caldo che faceva forse era meglio cosi.
Dietro le poco case, c’era la foresta. Una foresta ricca di alberi alti color verde oliva. Sembrava toccassero il cielo.
Da lontano sembrava un posto brutto e vecchio, ma poi da vicino capivi quanto bello era. Le donne che lavoravano avevano un sorriso caldo, che regalavano a tutti, anche se si notava dalle rughe profonde e dalle mani ruvide, che erano state tutta la vita a lavorare dalla mattina alla sera, e che erano stanche.
Mi è venuto incontro Tobia. Non era il mio cane ma era di tutti. Mi ricordo ancora il giorno che lo trovammo. Con il suo pelo bianco e lucido era impossibile non portarlo a casa.
Camminavo sul terreno umido, bagnato a cause della prima pioggia d’estate. Era di un colore marrone chiaro,ed ogni tanto trovavi dei sassi grigio fumo.
Non era molto, ma per me era tutto, un piccolo villaggio ma pieno di amore, natura ed amicizia.

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